Milano è un insegna. Una di quelle con tette e culi formato sei metri per quattro. Illuminata dalle luci del neon e dall’eterna cagata di piccione.
Ed è pure bella, che non lo potresti credere, forse, perché tutti dicono il contrario. La città dei chiostri nascosti e dei fast food ad ogni angolo. Del profumo del Lambro – profumo di cesso – che rende agrodolce la primavera. La città dei contrari: tanto bella quanto insistente nel cercare di coprirsi di merda.
Forse è per questo che l’amo: Milano non si piace. Si sbroda di lodi ma poi mastica amaro e crede di far finta. Ci gode come una puttanella a sentirsi insultare dai ragazzini, e poi vederli tutti al suo capezzale, nelle università, nei bar, negli uffici gremiti, col sudore di luglio che ammorba l’asfalto e i motorini che sbuffano come cammelli tra le dune.
Milano trae un piacere perverso nel farsi soffocare dai suv, dalle serie k, dalle monovolume, dalle SW e prova insistentemente a trasformare in poesia lo sferragliare dei tram. Quei mostri di ferro che la amano più di chiunque altro.
Si riempie di fard per farsi bella. Mostrare che è la città della moda, dell’industria, delle public relations. Si maschera a festa ma lascia il cuore sui marciapiedi, lo nasconde negli spazi vuoti che a stento rimangono sulla 90 e la 91, da tirar fuori di notte, da lasciare ai barboni in stazione centrale, agli immigrati, alle prostitute e ai transessuali, ai venditori ambulanti di panini con la cipolla, ai pensionati con la televisione accesa, agli studenti negli appartamenti 2 metri per 2, agli impiegati affondati nei letti o tra le tette di una mamma in affitto; ma loro non sanno che farsene di un cuore che non crede a sé stesso. Fanno quello che fanno e poi continuano a farlo.
Milano ricorda d’amarsi solo quando c’è l’alba. Quando s’incontra la gente del giorno e quella della notte, quando c’è ancora quel po’ di foschia da mescolare al sapore del giorno che viene. E la gente per strada prova a guardarsi negli occhi, senza temere di vedere troppo in profondità.
Ed è pure bella, che non lo potresti credere, forse, perché tutti dicono il contrario. La città dei chiostri nascosti e dei fast food ad ogni angolo. Del profumo del Lambro – profumo di cesso – che rende agrodolce la primavera. La città dei contrari: tanto bella quanto insistente nel cercare di coprirsi di merda.
Forse è per questo che l’amo: Milano non si piace. Si sbroda di lodi ma poi mastica amaro e crede di far finta. Ci gode come una puttanella a sentirsi insultare dai ragazzini, e poi vederli tutti al suo capezzale, nelle università, nei bar, negli uffici gremiti, col sudore di luglio che ammorba l’asfalto e i motorini che sbuffano come cammelli tra le dune.
Milano trae un piacere perverso nel farsi soffocare dai suv, dalle serie k, dalle monovolume, dalle SW e prova insistentemente a trasformare in poesia lo sferragliare dei tram. Quei mostri di ferro che la amano più di chiunque altro.
Si riempie di fard per farsi bella. Mostrare che è la città della moda, dell’industria, delle public relations. Si maschera a festa ma lascia il cuore sui marciapiedi, lo nasconde negli spazi vuoti che a stento rimangono sulla 90 e la 91, da tirar fuori di notte, da lasciare ai barboni in stazione centrale, agli immigrati, alle prostitute e ai transessuali, ai venditori ambulanti di panini con la cipolla, ai pensionati con la televisione accesa, agli studenti negli appartamenti 2 metri per 2, agli impiegati affondati nei letti o tra le tette di una mamma in affitto; ma loro non sanno che farsene di un cuore che non crede a sé stesso. Fanno quello che fanno e poi continuano a farlo.
Milano ricorda d’amarsi solo quando c’è l’alba. Quando s’incontra la gente del giorno e quella della notte, quando c’è ancora quel po’ di foschia da mescolare al sapore del giorno che viene. E la gente per strada prova a guardarsi negli occhi, senza temere di vedere troppo in profondità.
Zani Ettore – Aprile 2008
3 commenti:
Quando sono stata a Milano mi hanno colpita soprattutto le facce tristi e stanche della gente. E il fatto che nessuno si guardasse per niente negli occhi. Comunque mi piacerebbe conoscerla meglio.
ciao, ti va di fare uno scambio link??
www.noidisabili.blogspot.com
certo, ho dato un occhiata al tuo blog... lo aggiungerò tra i link molto volentieri...
bai bai
Ettore
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