Ci sono storie che non sono mai state scritte. Vengono ignorate e nascoste nel buio, quando l’unica cosa che chiederebbero, se avessero voce, sarebbe un poco di sincerità.
Non sono storie così incredibili, anzi hanno il sapore del già sentito: spesso i protagonisti sono un uomo e una donna, spesso raccontano d’amori banali, altre volte d’amori irraggiungibili. A dirla tutta, probabilmente, non si distinguerebbero da una qualsiasi altra storia e magari a sentirle annoierebbero pure.
Ma c’è qualcosa di speciale in queste storie, ed è un qualcosa che si accomuna con il loro non essere mai state scritte. È l’ossigeno che si lega al ferro e non puoi impedirlo, è l’idrogeno che si fonde nell’elio e fa vivere le stelle.
Sono storie che brillano quando con tutte le nostre forze cerchiamo di tenerle nel buio. Scoppiano dentro di noi, ardono inestinguibili, o almeno così crediamo, e spingono con forza verso l’esterno impedendo così che si collassi dentro se stessi.
Delle volte queste storie trasmutano in un’energia talmente pura da scivolare oltre le mura della nostra anima e a contatto con l’aria si lasciano raccontare, ma non sono più le stesse. Sono diventate parte del mondo e con esso hanno preso a girare in tondo. Quello che erano, nuclei di stelle infuocati, è solo memoria. L’energia che sono diventate è invece calore.
E noi cresciamo, come quei bulbi di fagiolo che il maestro elementare ci ha fatto coltivare da bambini.
Che stupenda banale lezione, vedere come la vita abbia bisogno di sole e di acqua.
Non sono storie così incredibili, anzi hanno il sapore del già sentito: spesso i protagonisti sono un uomo e una donna, spesso raccontano d’amori banali, altre volte d’amori irraggiungibili. A dirla tutta, probabilmente, non si distinguerebbero da una qualsiasi altra storia e magari a sentirle annoierebbero pure.
Ma c’è qualcosa di speciale in queste storie, ed è un qualcosa che si accomuna con il loro non essere mai state scritte. È l’ossigeno che si lega al ferro e non puoi impedirlo, è l’idrogeno che si fonde nell’elio e fa vivere le stelle.
Sono storie che brillano quando con tutte le nostre forze cerchiamo di tenerle nel buio. Scoppiano dentro di noi, ardono inestinguibili, o almeno così crediamo, e spingono con forza verso l’esterno impedendo così che si collassi dentro se stessi.
Delle volte queste storie trasmutano in un’energia talmente pura da scivolare oltre le mura della nostra anima e a contatto con l’aria si lasciano raccontare, ma non sono più le stesse. Sono diventate parte del mondo e con esso hanno preso a girare in tondo. Quello che erano, nuclei di stelle infuocati, è solo memoria. L’energia che sono diventate è invece calore.
E noi cresciamo, come quei bulbi di fagiolo che il maestro elementare ci ha fatto coltivare da bambini.
Che stupenda banale lezione, vedere come la vita abbia bisogno di sole e di acqua.
2 commenti:
Ma quanta poesia in questo pensiero! L'anno scorso a scuola un bimbetto me li ha mangiati i fagioli... crudi! che schifo :)
gli saran germogliate un sacco di idee in pancia!!!! ^__^
bai bai
Ettore
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